domenica 9 giugno 2024

Immigrazione: due modelli a confronto Italia-Albania e Regno Unito-Ruanda

Quando l'immigrazione si esporta oltre confine

Quando i processi migratori, specie quelli provenienti dal continente africano e dalla rotta balcanica, assumono numeri preoccupanti e tendenzialmente sempre più alti, diversi paesi del mondo, stanchi di accogliere ondate di migranti fuori controllo sul proprio territorio e spesso difficili da sostenere e controllare, preferiscono tramite accordi bilaterali, di esportare, direi anche giustamente, i migranti che di giorno in giorno accrescono non solo di numero, ma fanno "schizzare" anche  i costi di mantenimento (a carico dei contribuenti) e talvolta causano problemi di sicurezza nazionale per via di elementi radicalizzati da un punto di vista religioso e anche culturale.

Infatti bisogna attuare una "selezione" (termine in positivo) di chi ha giustamente diritto di rimanere in un paese e di chi deve essere immediatamente espulso e rimpatriato, passando per centri di accoglienza, spesso stracolmi, difficili da gestire sotto un profilo sociale, economico e di sicurezza, visto che non possono essere schierate in massa forze dell'ordine, che devono monitorare anche la sicurezza dei propri territori comunali (così anche per gli altri paesi).

Francamente, sono favorevole all'esportazione in paesi definiamoli terzi, ma che io chiamerei amici come l'Albania per l'Italia, in centri di accoglienza gestiti dal nostro paese, sia economicamente che dal punto di vista della sicurezza, visto che impediscono il sovraffollamento delle nostre strutture di accoglienza. D'altronde questi centri in Albania, sono sotto la giurisdizione italiana.

L’accordo tra Italia e Albania ha avuto diversi effetti, sia previsti che non previsti. Ecco alcuni punti chiave:

  1. Centri di accoglienza in Albania: L’accordo prevede la creazione di due centri in Albania per ospitare le persone soccorse in mare dalle navi italiane, comprese le persone in cerca di protezione. Questi centri sono gestiti da personale italiano e operano sotto la giurisdizione italiana.

  2. Processo di asilo accelerato: Le domande di asilo delle persone ospitate in questi centri vengono elaborate attraverso una procedura accelerata. L’obiettivo è esaminare le richieste di asilo entro 28 giorni, molto più rapidamente rispetto ai mesi che attualmente impiega in Italia.

  3. Impatto sui diritti umani: Amnesty International ha concluso che l’attuazione dell’accordo avrebbe un impatto negativo su una serie di diritti umani, tra cui i diritti alla vita e all’integrità fisica delle persone in difficoltà in mare, e i diritti alla libertà, all’asilo e a un rimedio adeguato, delle persone trasferite in Albania.

  4. Esternalizzazione del controllo delle frontiere: L’accordo si inserisce in una tendenza internazionale più ampia verso l’esternalizzazione del controllo delle frontiere e dell’elaborazione delle domande di asilo. Questo approccio è stato criticato da Amnesty International e dal Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa.

  5. Costi: Il Primo Ministro italiano ha dichiarato che il programma costerà 670 milioni di euro in cinque anni, pari al 7,5% di quanto l’Italia spende attualmente per i suoi centri di accoglienza per migranti


Accordo Regno Unito - Ruanda

Secondo questo accordo, il Regno Unito potrà deportare i migranti illegali in Ruanda. Il Parlamento britannico ha approvato la legge che consente di dare seguito a questo accordo, nonostante le critiche e le preoccupazioni espresse da organizzazioni umanitarie britanniche e internazionali.

L’accordo prevede che il Ruanda riceva circa 420 milioni di euro da Londra per l’accoglienza delle persone respinte. Tuttavia, la Corte suprema di Londra aveva precedentemente bocciato l’accordo, sostenendo che il Ruanda non è un Paese sicuro. Nonostante ciò, il primo ministro Rishi Sunak ha proseguito con l’accordo, presentando una legge che di fatto aggira la Corte suprema e che definisce il Ruanda come un Paese sicuro.

Questo accordo ha suscitato molte polemiche, sia per le potenziali violazioni dei diritti umani, sia per le questioni amministrative ed economiche. Ad esempio, per ogni migrante deportato, Londra dovrà pagare circa 200mila euro di spese di trasferimento.

Nonostante le critiche, la legge è stata approvata definitivamente dal Parlamento britannico. I primi migranti dovrebbero essere deportati a luglio.

2 commenti:

  1. La differenza sta nel fatto che il Regno Unito deporta più velocemente gli immigrati, pagando e spocciandosela

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    1. Esatto, l'idea di fondo del Governo italiano è ottima, ma la burocrazia rallenta le procedure di espulsione dal paese, anche trasferendo gli immigrati in Albania, che a quanto capito non può ospitarne più di 1000 per centro d'accoglienza.

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