lunedì 29 aprile 2024

La riforma del Patto di Stabilità Europeo: vecchio vs nuovo

Schema del nuovo Patto di Stabilità 
Il Patto di Stabilità e Crescita (PSC) è stato introdotto come parte della terza fase dell’Unione Economica e Monetaria.
 Il suo obiettivo principale era garantire che la disciplina di bilancio degli Stati membri continuasse dopo l’introduzione della moneta unica

Il vecchio PSC era spesso criticato per la sua rigidità e per l'approccio che non teneva conto delle specificità economiche di ciascun paese membro. Le regole erano incentrate sul mantenimento di un deficit di bilancio inferiore al 3% del PIL e di un debito pubblico inferiore al 60% del PIL, con poche eccezioni o flessibilità.

Il nuovo Patto di Stabilità, entrato in vigore oggi e approvato dal Consiglio UE, introduce una serie di cambiamenti significativi. Uno degli aspetti più rilevanti è l'introduzione dei Piani Nazionali a medio termine, che permettono ai paesi membri di delineare i propri obiettivi di spesa e le riforme strutturali in un arco temporale fino a sette anni. Questo approccio mira a fornire una maggiore flessibilità e a promuovere investimenti strategici, pur mantenendo l'obiettivo di riduzione del debito.

A tal proposito, il nuovo patto prevede meccanismi di riduzione di deficit e debito più credibili e realistici. La Commissione Europea, in collaborazione con il Consiglio, stabilisce traiettorie di riferimento per la spesa primaria netta che devono garantire una riduzione del rapporto debito/PIL nel medio periodo. Questo sistema sostituisce il precedente metodo di aggiustamento annuale, che era troppo rigido e poco efficace e infatti non raggiungeva quasi mai gli obiettivi prefissati.

Ricordiamoci infatti che durante "l'era Pre-Covid", gli stati membri erano sempre sottoposti all'austerità che con la scusa di ridurre il debito, impedivano ai paesi di svolgere le proprie funzioni pubbliche, bloccando qualsiasi piano di sviluppo e facendo sprofondare l'economia e questo in Italia lo sappiamo molto bene! 😔

Le nuove regole dovrebbero garantire anche una maggiore trasparenza e responsabilità, con sanzioni previste per i paesi che non rispettano gli impegni sui piani di spesa o che superano i valori prestabiliti di tolleranza. Questo dovrebbe contribuire a rafforzare la fiducia nella sostenibilità fiscale dei paesi membri.

In conclusione, il nuovo Patto di Stabilità, resta invariato da quest'anno (come prima della sospensione dovuta al Covid) e dovrebbe rappresentare (speriamo sia così) un passo avanti verso un'Europa più resilienteI Paesi con un debito superiore al 90% del Pil devono ridurlo dell' 1% ogni anno; i Paesi con un debito compreso tra il 60% e il 90% dovranno ridurlo dello 0,5%.

La riforma ha come obiettivo la necessità di mantenere la disciplina fiscale e contemporaneamente quella di permettere agli Stati membri di perseguire politiche economiche che favoriscano la crescita e l'investimento


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