Il Patto di Stabilità e Crescita (PSC) è stato introdotto come parte della terza fase dell’Unione Economica e Monetaria. Il suo obiettivo principale era garantire che la disciplina di bilancio degli Stati membri continuasse dopo l’introduzione della moneta unicaSchema del nuovo Patto di Stabilità
Il vecchio PSC era spesso criticato per la sua rigidità e per l'approccio che non teneva conto delle specificità economiche di ciascun paese membro. Le regole erano incentrate sul mantenimento di un deficit di bilancio inferiore al 3% del PIL e di un debito pubblico inferiore al 60% del PIL, con poche eccezioni o flessibilità.
Il nuovo Patto di Stabilità, entrato in vigore oggi e approvato dal Consiglio UE, introduce una serie di cambiamenti significativi. Uno degli aspetti più rilevanti è l'introduzione dei Piani Nazionali a medio termine, che permettono ai paesi membri di delineare i propri obiettivi di spesa e le riforme strutturali in un arco temporale fino a sette anni. Questo approccio mira a fornire una maggiore flessibilità e a promuovere investimenti strategici, pur mantenendo l'obiettivo di riduzione del debito.
A tal proposito, il nuovo patto prevede meccanismi di riduzione di deficit e debito più credibili e realistici. La Commissione Europea, in collaborazione con il Consiglio, stabilisce traiettorie di riferimento per la spesa primaria netta che devono garantire una riduzione del rapporto debito/PIL nel medio periodo. Questo sistema sostituisce il precedente metodo di aggiustamento annuale, che era troppo rigido e poco efficace e infatti non raggiungeva quasi mai gli obiettivi prefissati.
Ricordiamoci infatti che durante "l'era Pre-Covid", gli stati membri erano sempre sottoposti all'austerità che con la scusa di ridurre il debito, impedivano ai paesi di svolgere le proprie funzioni pubbliche, bloccando qualsiasi piano di sviluppo e facendo sprofondare l'economia e questo in Italia lo sappiamo molto bene! 😔
Le nuove regole dovrebbero garantire anche una maggiore trasparenza e responsabilità, con sanzioni previste per i paesi che non rispettano gli impegni sui piani di spesa o che superano i valori prestabiliti di tolleranza. Questo dovrebbe contribuire a rafforzare la fiducia nella sostenibilità fiscale dei paesi membri.
In conclusione, il nuovo Patto di Stabilità, resta invariato da quest'anno (come prima della sospensione dovuta al Covid) e dovrebbe rappresentare (speriamo sia così) un passo avanti verso un'Europa più resiliente. I Paesi con un debito superiore al 90% del Pil devono ridurlo dell' 1% ogni anno; i Paesi con un debito compreso tra il 60% e il 90% dovranno ridurlo dello 0,5%.
La riforma ha come obiettivo la necessità di mantenere la disciplina fiscale e contemporaneamente quella di permettere agli Stati membri di perseguire politiche economiche che favoriscano la crescita e l'investimento.
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