mercoledì 1 maggio 2024

La guerra tra sindacati che fa notare le varie differenze tra loro

E' il primo maggio, perciò buona festa dei lavoratori a tutti!. Il tema che affronto oggi è quello dei sindacati, specie le guerre che vanno avanti da mesi, soprattutto tra CGIL-UIL da una parte e la CISL dall'altra.

Proprio ieri leggevo un post sui social della CISL che recitava così: “Oggi la Cisl compie 74 anni. Un sindacato contrattualista, riformista, partecipativo, autonomo dalla politica che ha sempre guidato i cambiamenti lontano da pregiudizi e ideologie. Continuiamo sulla scia tracciata da Giulio Pastore per unire il paese, per la centralità del lavoro e della persona, per la tutela dei più deboli, con entusiasmo, passione, solidarietà”. Firmato il segretario Luigi Sbarra

Da tempo ho notato che da quando il segretario Sbarra ha preso in mano le redini della CISL, rispetto alla gestione Furlan, molto più socialdemocratica, il sindacato, secondo per numero di iscritti e l'unico che continua a crescere, ha intrapreso un cammino, secondo la mia visione, politicamente più centrista, riformista e veramente autonomo.

Naturalmente gli scontri tra sindacati e segretari, ci sono sempre stati, ma ultimamente stanno assumendo contorni più definiti, tra i rappresentanti dei lavoratori e delle lavoratrici.

La CISL sta subendo una trasformazione dal proprio interno, una sorta di maturità, che la porta spesso ad assumere posizioni filo-governative o comunque di collaborazione anche con quest'ultimo governo di centrodestra, senza subito dire NO come altri.

Si sta facendo strada, tra le parole e i fatti,  l'idea di una vera autonomia dai partiti, della serie: dialoghiamo con tutti a prescindere da chi siede al governo, mettendo al centro la vera tutela collettiva del lavoro e dei lavoratori, che ha fatto un ulteriore balzo in avanti, anche quando lo scorso anno, Sbarra ha presentato la raccolta firme per fare in modo che i lavoratori siano sempre più partecipi sul posto di lavoro, non solo come dipendenti, ma anche nella gestione dell'azienda di cui fanno parte, affiancando il datore di lavoro nelle strategie aziendali, per renderle più competitive da un punto di vista professionale, ma al contempo garantendo un migliore posizionamento sul mercato del lavoro e di conseguenza rendere più attrattive le stesse anche per gli investimenti. Una proposta che mette finalmente sullo stesso piano datore di lavoro e lavoratore, senza subalternità.

La differenza, sempre da un punto di vista personale tra i vari sindacati è ,molto semplice: la CISL si avvia sempre di più verso un processo di forte autonomia dai partiti, mentre CGIL e UIL, nonostante si professino autonomi, non riescono a non prendere una vera posizione senza essere influenzati dalla politica. 

La CGIL ha due correnti: quella più estremista che guarda ancora con nostalgia al comunismo e l'altra più di centrosinistra, vicina al PD. La UIL è vicina al PD e molto europeista.

Al di là di queste personali analisi, queste tensioni possono essere attribuite a diverse visioni su questioni chiave come il salario minimo, la riforma delle pensioni e la contrattazione collettiva.

La CGIL e la UIL hanno espresso posizioni simili su molte questioni, spesso favorevoli all'introduzione di un salario minimo legale e a una maggiore protezione dei diritti dei lavoratori. D'altra parte, la CISL ha mostrato una certa riluttanza verso l'idea del salario minimo legale, preferendo rafforzare la contrattazione collettiva come strumento per migliorare le condizioni lavorative.

Queste differenze di opinione hanno portato a manifestazioni e proteste, come quella recente a Milano, dove CGIL, CISL e UIL si sono unite per protestare contro le politiche sul lavoro del governo, ma hanno anche evidenziato le loro divergenze interne. Inoltre, la discussione sul salario minimo ha riacceso le tensioni, con i segretari di UIL e CISL che hanno avuto scambi di vedute piuttosto accesi.

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